Gabriele D'Annunzio e l'enogastronomia della memoria

Per saper cucinare non bisogna solo acquisire le tecniche ed avere passione, bisogna anche leggere, conoscere, approfondire e soprattutto informare chi gusta dei piatti da dove nascono, il territorio, ma anche la cultura tramandata. Tutto ciò è racchiuso in un libro "Gabriele D'Annunzio e l'enogastronomia della memoria" scritto da un amico, Enrico Di Carlo, che con sapienza certosina e ricercando nelle antiche memorie ci ha mostrato un D'Annunzio inedito, molto rigoroso nel mangiare e nel bere, ironico e legato alla terra d'Abruzzo. 
Il libro scorre piacevolmente ed in particolare mi ha colpito il modo in cui descrive "lu carrature" ovvero la macchina per fare i maccheroni alla chitarra: una pietanza  molto ricercata e richiesta.


"La chitarra pei maccheroni è una specie di arpa cuciniera (descrizione poetica)* a sezione rettangolare e che si suona con le mani in piano orizzontale...(potete continuare a leggere sopra)*



..."ramo della musica applicata alla gastronomia"...
Uno strumento in fondo rude che diventa poesia*
L'ironia finale del Vate è che nonostante possedesse lo strumento mancava la "chitarrara"(la donna abruzzese che lavorava la sfoglia di pasta fresca con il matterello sopra le corde dello strumento, con forza e destrezza per ottenere i maccheroni)...."Cosicchè egli (che di donne se ne intendeva) dovette convenire che, per questo, poco o nulla aveva da sperare da quelle bresciane!"*

Un ringraziamento speciale ad Enrico Di Carlo che mi ha arricchita di un sapere che va oltre la letteratura ma che rispecchia la realtà del nostro Abruzzo. 
Con stima, 
Paola

*miei pensieri!

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